Il Museo

IL MUSEO

Una storia di guerra per educare alla pace

Il Secondo Conflitto Mondiale come non è mai stato raccontato

Se l’idea comune è che la guerra sia “cosa da soldati”, il racconto del Museo della battaglia del Senio fa comprendere quanto invece questa alteri tutto il contesto in cui si inserisce, compresi il paesaggio e gli insediamenti umani, modificando inevitabilmente la vita di militari e civili. Pesante è il prezzo pagato, in termini di distruzione, disagi e perdite umane da parte di tutti i soggetti coinvolti, così come essenziale è stato il contributo che tutti, militari, partigiani e civili, hanno dato per la liberazione dal nazifascismo.

Nato il 10 aprile 1981 allo scopo di raccogliere e conservare memorie e documenti sugli avvenimenti bellici degli anni 1944-45 in Romagna, il Museo presenta oggi una più ampia narrazione: una storia di eserciti, mezzi meccanici, guerriglia partigiana in un ambiente che restituisce in tutta la sua complessità gli effetti di una guerra totale e moderna. Ciò che viene raccontato all’interno delle sale è un mondo diverso da quello nel quale abitualmente ci muoviamo, a poco meno di ottant’anni di distanza da noi eppure tanto distante dal punto di vista socioculturale e tecnologico. È importante infatti tenere sempre conto di due fattori: la situazione ambientale e sociale dell’epoca ed i cambiamenti e le novità introdotti dalla guerra.

La Seconda Guerra Mondiale giunge in Italia preannunciata dall’avvicinamento alla Germania di Hitler, dalla propaganda fortissima, dal desiderio di espansione territoriale, dal sogno dell’Impero, tutti aspetti presenti già negli anni Trenta. La dichiarazione di guerra nel giugno del 1940 coinvolge tutta la popolazione: militari e civili. La guerra arriva con forza a modificare la vita delle persone ed il territorio che queste abitano. Ma è con l’armistizio, firmato a Cassibile (SR) il 3 settembre 1943 e proclamato solo giorni dopo, l’8 settembre, che comincia una “nuova” guerra, tesa alla liberazione del paese e di cui sono protagonisti non più solo i militari ma anche e soprattutto i civili, alcuni dei quali nelle vesti di partigiani: i molti volti della Storia.

Le raccolte, organizzate per sezioni tematiche relative al passaggio degli Eserciti Alleati, alla Resistenza romagnola e alla vita dei civili durante l’occupazione nazifascista, documentano la vita negli ultimi anni di guerra, permettendo di ricostruire uno scenario di concretezza sulla quotidianità dell’epoca.

Principali avvenimenti

(25 luglio 1943 – 8 maggio 1945)

25 luglio 1943
3 settembre 1943
8 settembre 1943
11 settembre 1943
18 settembre 1943
23 settembre 1943
2 ottobre 1943
13 ottobre
12 novembre
Novembre
18 dicembre
30 dicembre
6 gennaio 1944
31 gennaio 1944
1-8 marzo 1944
20 marzo 1944
24 marzo 1944
26 marzo 1944
20 aprile 1944
2 maggio 1944

25 luglio 1943

Cade il fascismo. Mussolini viene arrestato, Badoglio è nominato nuovo capo del governo.

3 settembre 1943

Firma a Cassibile (SR) dell’Armistizio dell’Italia con gli Alleati e fuga del re da Roma.

8 settembre 1943

Annuncio dell’Armistizio. L’esercito si sbanda, reazione tedesca e occupazione del Paese.

11 settembre 1943

Presso il Grand Hotel di Cervia i dirigenti comunisti gettano le basi della strategia militare da adottare contro i nazifascisti. Sull’esempio della resistenza jugoslava viene scelta la guerriglia di montagna. Nascono le Squadre Armate Operaie e Contadine.

18 settembre 1943

A Ravenna si riforma l’81a Legione fascista. La città è interamente presidiata da truppe tedesche.

23 settembre 1943

Nasce ufficialmente a Roma il nuovo governo “fascista repubblicano”, che sarà insediato da Mussolini a Rocca delle Caminate (FC) il 27 settembre, per poi trasferirlo a Salò, sul lago di Garda.

2 ottobre 1943

Il Maresciallo Graziani annuncia, dal teatro romano di Adriano, la nascita dell’Esercito fascista repubblicano.

13 ottobre

L’Italia dichiara guerra alla Germania. Riconoscimento alleato del ruolo di nazione cobelligerante.

12 novembre

Mussolini ricostituisce la Milizia fascista (GNR).

Novembre

In Italia nascono i GAP, mentre a Milano il Partito Comunista Italiano (PCI) costituisce le “Brigate Garibaldi”. Il PCI avvia, inoltre, trattative con gli altri partiti antifascisti per trasformare la lotta clandestina, sostenuta quasi unicamente dallo stesso PCI, in lotta nazionale di tutti i partiti.

18 dicembre

Il Feldmaresciallo Kesselring assume il comando della Wehrmacht in Italia.

30 dicembre

Prima incursione aerea su Ravenna.

6 gennaio 1944

Durante una riunione clandestina, i dirigenti provinciali del PCI elaborano un programma di lotta partigiana. Nascono i GAP ravennati.

31 gennaio 1944

Il CLN di Milano assume la denominazione di CLNAI, Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.

1-8 marzo 1944

Sciopero generale dell’industria del Nord Italia (a Ravenna scioperano le operaie della Callegari) in condizioni di estrema precarietà e perennemente sottoposta alla minaccia della deportazione. La grande mobilitazione operaia appare senza precedenti e trova un sostegno uniforme da parte di tutte le forze del CLN; dura la repressione nazifascista in risposta alle proteste.

20 marzo 1944

Strage di Cervia. Per rappresaglia all’esecuzione del milite Meldoli Guido, giustiziato dalla Resistenza, alcuni fascisti entrano nel caffè Roma di Cervia e aprono il fuoco sugli avventori. Quattro morti e sedici feriti.

24 marzo 1944

In rappresaglia per l’azione gappista di via Rasella, le SS compiono l’eccidio delle Fosse Ardeatine uccidendo 335 persone.

26 marzo 1944

Prima “giornata GAP” in provincia di Ravenna. Vengono commessi: 5 attentati, 5 scontri a fuoco, 6 sabotaggi di linee telefoniche, un sabotaggio della segnaletica stradale per un totale di 4 fascisti uccisi, un tedesco e 7 feriti.

20 aprile 1944

Seconda “giornata GAP”. Vengono commessi: 7 attentati, 2 scontri a fuoco, 3 sabotaggi a linee ferroviarie, 10 sabotaggi di linee telefoniche, incendiate 4 abitazioni fasciste e lanciate bombe contro 8 case di fascisti.

2 maggio 1944

Prima incursione aerea su Faenza.

Alfonsine, posta in un territorio fortemente segnato dal passaggio della Seconda Guerra Mondiale, distrutta nel 75% del proprio abitato, ricostruita sul lato opposto del fiume Senio, è stata fin dal 1981 il luogo scelto per raccontare la storia di una guerra entrata nelle case, combattuta sulle strade, lungo gli argini del fiume. Il museo rappresenta, per la comunità alfonsinese e per la più ampia realtà dei paesi lungo il corso del fiume Senio, il luogo della Memoria.
Il Museo nasce inizialmente con l’intento di documentare la fase finale dell’attacco alla “Linea Gotica”, ma ben presto si identifica come un museo del territorio romagnolo durante l’ultimo periodo del secondo conflitto mondiale, saldando l’intreccio dei fatti d’arme con la storia delle popolazioni e dei paesi che furono profondamente segnati dagli eventi nei lunghi mesi tra fine 1944 e primavera 1945, quando la guerra sostò provocando più vittime tra i civili che tra gli eserciti.
Promosso dal Comune di Alfonsine e realizzato grazie al contributo della Provincia di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna, dei Comuni della Valle del Senio e dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, pur raccontando di guerra, descrive anche la situazione dei civili coinvolti, loro malgrado, nel conflitto, e mostra i notevoli cambiamenti intervenuti sul territorio.
Il Museo è situato all’interno del Centro culturale Polivalente, edificio che comprende anche la Biblioteca comunale “Pino Orioli” e dal 1997 l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della Provincia di Ravenna.
Il Museo, negli anni, è stato oggetto di riallestimenti per meglio adeguarsi alle necessità della didattica ed alle esigenze del pubblico.
Nel 2017 il Museo ha vissuto una importante trasformazione, attraverso il riallestimento delle sale tematiche e l’aggiunta di una camera emozionale che riproduce un modello di rifugio antiaereo.
Nel 2022 è stata inaugurata una nuova sala dedicata ai civili durante l’occupazione, dal carattere immersivo e dall’importante integrazione tecnologica.

Il Museo della battaglia del Senio è un’istituzione permanente senza fini di lucro, al servizio della comunità, aperta al pubblico, che ha in custodia, conserva, valorizza e promuove lo studio e la conoscenza delle proprie collezioni e del patrimonio culturale della città al fine di mantenere viva la memoria delle vicende accadute durante la Seconda Guerra mondiale con particolare riferimento agli ultimi mesi del conflitto ed alla battaglia del Senio.

Il Museo della Battaglia del Senio, nello svolgimento dei propri compiti, assicura la conservazione, l’ordinamento, l’esposizione, lo studio, la conoscenza e la fruizione pubblica delle sue collezioni, attraverso diverse e specifiche attività.

In particolare il Museo: 

  • incrementa il suo patrimonio attraverso acquisti, depositi, lasciti, donazioni di beni coerenti alle raccolte e alla propria missione; 
  • garantisce l’inalienabilità delle collezioni, salvo casi eccezionali che motivino l’alienazione e/o la cessione dei beni, nel pieno rispetto delle norme di tutela vigenti; 
  • preserva l’integrità di tutti i beni in consegna e comunque posti sotto la sua responsabilità assicurandone la conservazione, la manutenzione e il restauro; 
  • cura in via permanente l’inventariazione e la catalogazione dei beni, nonché la loro documentazione fotografica, secondo i criteri individuati dal Ministero per i beni e le attività culturali e adottati dalla Regione; 
  • sviluppa, a partire dalle collezioni, lo studio, la ricerca, la documentazione e l’informazione;
  • assicura la fruizione dei beni posseduti attraverso l’esposizione permanente, prevedendo inoltre la rotazione delle opere in deposito e la loro consultazione;
  • organizza mostre temporanee, incontri, seminari, convegni, corsi di aggiornamento;
  • partecipa ad iniziative promosse da altri soggetti pubblici e privati con il prestito delle opere;
  • svolge attività educative e didattiche; 
  • cura la produzione di pubblicazioni scientifiche e divulgative; apre al pubblico la biblioteca specializzata, l’archivio, la fototeca, la mediateca;
  • promuove la valorizzazione del museo e delle sue collezioni; si confronta, collega e collabora con istituzioni e enti analoghi e livello locale, nazionale e internazionale; 
  • aderisce, nelle modalità previste dalla normativa, a formule di gestione associata con altri musei, in aggregazione territoriale o tematica. 

Nell’ambito delle proprie competenze, il Museo: 

  • istituisce e favorisce rapporti di collaborazione con soggetti ed Enti pubblici e privati, finalizzati alla ideazione e realizzazione di progetti di studio, ricerca e valorizzazione dei beni culturali presenti sul territorio, con particolare riguardo ai rapporti con lo Stato rappresentato dalle Soprintendenze localmente competenti, con la Regione Emilia Romagna nella sua articolazione operativa delServizio Patrimonio Culturale, con la Provincia, con i Comuni e con l’Università di riferimento; 
  • promuove una proficua collaborazione con altri musei attraverso lo scambio di opere e di competenze; 
  • instaura una continuativa collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado presenti nel territorio, per lo sviluppo di progetti congiunti finalizzati alla diffusione della cultura locale; 
  • stipula accordi con le associazioni di volontariato che svolgono attività di salvaguardia e diffusione dei beni culturali, ai fini dell’ampliamento della promozione e fruizione del patrimonio culturale. 

Caratterizzato da una vocazione prevalentemente didattica, il percorso espositivo racconta le vicende militari e civili e l’organizzazione della Resistenza locale durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. 

Oggetto iconico ed evocativo, all’esterno del Museo è parte di un esemplare di “Ponte Bailey”, utilizzato dall’esercito inglese per procedere sul territorio nelle zone vallive.

All’ingresso il visitatore viene accolto da grandi immagini che rappresentano i protagonisti del racconto: soldati tedeschi ed alleati, civili, mezzi militari e scene della drammatica distruzione dell’abitato.

Il percorso museale comincia al piano superiore, dove si incontrano subito le vicende militari e il rapporto con gli eserciti: Nella prima sala sono esposte armi, uniformi, mostreggiature, strumenti di uso militare, materiali di propaganda, cartografia militare, ma anche una interessante sezione di  oggetti di uso (e riuso) quotidiano.

Su richiesta è possibile vedere, presso l’auditorium, un documentario realizzato con filmati storici provenienti dagli archivi dell’Imperial War Museum e montati presso l’Istituto Luce di Cinecittà  intitolato “La battaglia del Senio”, contenente riprese effettuate dai cineoperatori inglesi in Romagna durante i mesi della Liberazione.

La visita prosegue nella sala dedicata alla lotta di Resistenza, dove messaggi audio originali dell’epoca, materiali di propaganda fascista, strumenti per la stampa clandestina fanno da cornice ad oggetti ormai divenuti simbolici quali la bicicletta delle staffette, il chiodo a tre punte, la cartografia manoscritta. Numerose le fotografie che raccontano la lotta partigiana, con interessante focus sul contributo femminile.

In questa sala è presente anche un monitor interattivo per la consultazione di interviste fatte ai protagonisti, civili e partigiani, delle vicende raccontate nel museo.

Scendendo al piano terra si accede alle due sale permanenti di più recente realizzazione: la camera emozionale “Il rifugio” e alla sala immersiva “I civili durante l’occupazione nazifascista” che rappresentano strumenti di arricchimento esperienziale della visita.

Il Museo è situato in piazza della Resistenza 2 ad Alfonsine ed è dotato di ampio parcheggio gratuito antistante la struttura.

L’accesso al museo, anch’esso gratuito, è garantito a tutte le categorie di utenti, attraverso la rimozione degli eventuali impedimenti: è presente un ascensore per la visita al primo piano e rampe per l’accesso alle sale sopraelevate. È presente una pianta con numerazione/denominazione delle sale e l’indicazione dei percorsi negli ambienti, oltre alla segnalazione dei servizi. La comunicazione sulle collezioni esposte è effettuata tramite specifici sussidi alla visita, come pannelli descrittivi e didascalie realizzate con caratteri di buona leggibilità.

Il museo ha a disposizione un’aula didattica, un archivio e una biblioteca specializzata, materiale audiovisivo e pubblicazioni specialistiche.

Offre su prenotazione visite guidate a gruppi e scolaresche, eventualmente anche fuori dagli orari di apertura regolare.

Gli spazi della galleria al piano terra sono utilizzati per l’organizzazione di attività espositive temporanee finalizzate sia alla valorizzazione delle collezioni tematiche sia alla valorizzazione della cultura locale.

All’interno degli spazi museali sono programmati nell’arco dell’anno eventi e iniziative culturali, anche in collaborazione con altri istituti e associazioni del territorio.

Le parole della guerra

Durante il corso della guerra non cambia solo la quotidianità ma anche le parole da usare per viverla: la popolazione è costretta a far entrare nelle proprie vite parole come coprifuoco, oscuramento, rifugio antiaereo, rastrellamento. 

Oltre alle parole che diventano di uso comune si utilizzano ancora oggi acronimi e sigle per definire organizzazioni ed eventi che hanno caratterizzato gli anni della Seconda Guerra Mondiale e che in alcuni casi sono ancora in uso.

SIGLE & GLOSSARIO

AlleatiAlleanza militare formata da diversi Stati, principalmente Gran Bretagna, Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina, che si oppose all’Asse durante la Seconda Guerra Mondiale.

AMGOT (Governo militare alleato) – Organismo militare creato dalle Nazioni unite per l’amministrazione dei territori occupati dagli angloamericani. In Italia viene creato il 10 luglio 1943 nelle zone conquistate del Sud. Utile a garantire la sicurezza delle forze di occupazione e delle vie di comunicazione, deve, inoltre, attuare una politica di aiuti alla popolazione civile, provvedendo al migliore utilizzo possibile delle risorse economiche delle zone occupate. I rapporti con la popolazione non furono però sempre facili.

Armistizio – accordo fra stati belligeranti che sospende, a tempo determinato o indeterminato, le ostilità. L’armistizio di Cassibile (SR) in particolare è l’episodio nel quale, il 3 settembre 1943, l’Italia firma la resa incondizionata agli Alleati.
Un armistizio non va equiparato a un trattato di pace (accordo stipulato tra Stati all’esito di un conflitto armato, la cui trattativa può durare anche anni) o a una tregua o un cessate il fuoco (forme di cessazione delle ostilità provvisorie).

Arrigo Boldrini (Bulow) – Militante antifascista originario di Ravenna, dopo l’8 settembre 1943 è tra i principali organizzatori del movimento partigiano e gappista in Romagna. Partecipa di persona a molte azioni anche come ufficiale di collegamento del CUMER e comandante della Piazza di Ravenna. Diventa comandante unico della 28ª Brigata Garibaldi “Mario Gordini” con in nome di battaglia di “Bulow”, (che deve alle sue capacità strategiche, a ricordo del famoso conte Friedrich Wilhelm von Bülow). Per l’abilità e la capacità dimostrate nell’organizzazione delle operazioni per la liberazione di Ravenna, avvenuta il 4 dicembre 1944, Boldrini viene decorato dal generale Richard McCreery dell’VIII Armata alleata con la Medaglia d’oro al valor militare il 4 febbraio del 1945.

AsseInsieme di Stati che si allearono per modificare l’assetto geopolitico creatosi dopo la Prima Guerra Mondiale, capeggiato da Germania, Italia e Giappone. Questi si fronteggiarono agli Alleati nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

AviolancioInvio di materiali quali armi, munizioni, cibo, medicinali etc. in casse o recipienti metallici che venivano paracadutati in luoghi prestabiliti da accordi fra gli alleati e i partigiani.

Brigate Nere – Corpo militare fascista della Repubblica Sociale italiana (RSI), che operò nell’Italia settentrionale dopo la firma dell’Armistizio (8 settembre 1943). Istituite il 30 giugno 1944 da Benito Mussolini, presidente della RSI, commutò l’intero Partito fascista repubblicano di fatto in un corpo militare. Furono create in totale 39 brigate, una per ogni provincia.

Brigate Partigiane – Dopo la formazione delle prime bande, nell’inverno del 1943, nelle zone montane si costituiscono dei reparti meglio strutturati, basati principalmente su distaccamenti di 40-50 uomini; 4-5 distaccamenti formano una brigata, che organizza così 250-300 partigiani. Le brigate sono di vario tipo: le prime a formarsi sono le “Garibaldi” (comuniste), le “Giustizia e libertà” (del Partito d’Azione) e le “Matteotti” (socialiste). In queste brigate, accanto al comandante, opera un commissario politico. I cattolici costituiscono proprie brigate, come le “Fiamme verdi” o le “Italia”, oppure operano nelle formazioni autonome, promosse in genere da ufficiali del disciolto esercito italiano.

Campi di concentramento – Luoghi in cui le persone venivano recluse a causa della loro identità, comportamento o convinzioni. La maggior parte dei campi di concentramento nazisti fu utilizzata come centro per il lavoro forzato e per il raggruppamento di civili destinati allo sterminio.

Campi di sterminio – Luoghi in cui uccidevano i deportati spesso tra atroci sofferenze, per la fame, e le atrocità a cui erano sottoposti. I corpi delle persone morte venivano bruciati o sepolti in fosse comuni; i campi di sterminio furono istituiti per lo sterminio razziale, in particolare ebraico.

CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) – Associazione di partiti e movimenti oppositori al fascismo e all’occupazione tedesca creata a Roma il 9 settembre 1943. Era una formazione interpartitica formata da movimenti di diversa estrazione culturale e ideologica, composta da rappresentanti di comunisti (PCI), cattolici (DC), azionisti (PdA), liberali (PLI), socialisti (PSIUP) e democratici-progressisti (PDL). Il Partito Repubblicano rimase fuori dal CLN, pur partecipando alla Resistenza, per la sua posizione istituzionale che comportava una pregiudiziale antimonarchica.

Il CLN fu diviso in CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, con sede a Milano) e in CLNC (Comitato di Liberazione Nazionale Centrale).

Il CLN operò come organismo clandestino durante tutta la resistenza svolgendo anche funzioni di governo nei giorni di insurrezione nazionale. Ogni partito rappresentato nel CLN ebbe le sue Formazioni Partigiane.

I Comitati Regionali e Provinciali ebbero un compito prevalentemente politico e di coordinamento, con influenza, ma non comando diretto, sulle formazioni militari partigiane, che risposero in genere direttamente al loro partito. Prima delle elezioni del 1946 i CLN vennero spogliati di ogni funzione e quindi sciolti nel 1947.

Commissario politico – Partigiano che godeva della stima dei compagni per le sue qualità morali e intellettuali. Era di aiuto al comandante militare per tutta l’organizzazione della lotta (amministrazione, rifornimenti, stampa partigiana, rapporti con le staffette e le popolazioni civili, ecc.) e in più aveva il compito di tenere conversazioni politiche sul significato e il valore della Resistenza, la storia dell’antifascismo e sul concetto di democrazia, ecc. Era il punto di riferimento soprattutto per i ragazzi più giovani.

Coprifuoco – Proibizione della circolazione in determinate ore del giorno. Erano stabiliti precisi orari di inizio e fine del coprifuoco, che di solito scattava nelle ore serali e notturne. La normativa venne irrigidita con l’intensificarsi della lotta partigiana, così come furono sempre più severamente regolamentati l’utilizzo di mezzi di trasporto privati (comprese le biciclette) e le modalità più comuni di circolazione individuale.

CUMER (Comando Unitario Militare Emilia Romagna) – Il Comando unico militare Emilia Romagna (CUMER) del Corpo volontari della libertà (CVL) fu costituito agli inizi di luglio 1944 come organismo di coordinamento delle formazioni partigiane operanti nel territorio regionale. 

CVL (Corpo volontari della libertà) – È stato il primo corpo di partigiani ufficialmente riconosciuto sia dagli Alleati che dal Governo italiano. Si sviluppò già dal settembre 1943. Pur non riuscendo nell’intento di organizzare tutte le forze antifasciste sotto un unico comando, restò comunque, per molto tempo, il gruppo di partigiani di riferimento.

DeportazioneTrasferimento forzato nei Lager nazisti di bambini, uomini e donne di qualsiasi condizione sociale, di ogni età, di ogni fede religiosa e idea politica.

Distaccamenti partigiani – Formazioni partigiane dislocate in piccoli gruppi nelle campagne e sui monti. Combattevano secondo le regole della guerriglia di non attaccare mai in campo aperto il nemico ma assalire di sorpresa e poi sparire. Erano definite anche bande.

Fascismo – Movimento politico italiano fondato da Benito Mussolini nel 1919 su ispirazione dei Fasci di azione rivoluzionaria e basato su un pensiero nazionalista, autoritario e totalitario di estrema destra. Giunse al potere nel 1922 con la Marcia su Roma del 28 ottobre, dopo numerose violenze degli squadristi contro socialisti, comunisti, repubblicani, popolari ed esponenti parlamentari. Governò con un regime dittatoriale l’Italia fino al 1943: la caduta del governo di Mussolini portò comunque alla rinascita del fascismo nelle regioni settentrionali, dove si organizzò la Repubblica Sociale Italiana, riconosciuta solo dai paesi dell’Asse.

GAP (Gruppo d’Azione Patriottica) – Nati su iniziativa del Partito comunista, sulla base dell’esperienza della Resistenza francese, sono piccoli nuclei di partigiani (in genere 4-5 uomini) bene addestrati, con compiti di sabotaggio e di azioni armate nei centri urbani. In alcune province dell’Emilia Romagna, i GAP si sviluppano anche nelle campagne, realizzando un’esperienza originale nella Resistenza italiana.

GDD (Gruppi di difesa della donna) – Costituiti inizialmente a Milano alla fine del 1943, col nome di “Gruppi di difesa della donne e per l’assistenza ai combattenti”, sono gruppi che organizzano le donne, in maggioranza socialiste e comuniste, disponibili a lottare contro il fascismo e il nazismo. I GDD promuovono numerose manifestazioni e formano anche delle SAP femminili. Nell’estate del 1944 i GDD vengono riconosciuti come organizzazione aderente ai CLN. Nel dopoguerra si trasformeranno nell’associazione “Unione donne italiane” (UDI), ancora oggi presente sul territorio.

Gestapo (Geheime Staatspolizei) – La Polizia segreta della Germania nazista era uno dei più potenti e spietati apparati repressivi del Terzo Reich hitleriano.

GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) – Forza armata istituita dalla Repubblica Sociale Italiana costituita con due decreti, emanati l’8 dicembre e il 12 dicembre 1943, che svolgeva funzioni di polizia, sia interna (e quindi anche politica), sia militare. Entrarono a farne parte le componenti dell’ex MVSN (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), dell’ex Arma dei Carabinieri e gli ex appartenenti alla PAI (Polizia Africa Italiana). Il 21 agosto 1944 ne assunse il comando lo stesso Mussolini.

Linea GoticaSistema difensivo apprestato dai tedeschi nell’ottobre 1943 dal versante tirrenico dell’attuale provincia di Massa-Carrara fino al versante adriatico della provincia di Pesaro e Urbino, seguendo un fronte di oltre 300 chilometri che si snodava lungo i rilievi appenninici tosco-emiliani. Questo apprestamento difensivo fu teatro di duri combattimenti tra le truppe tedesche, al comando di Albert Kesselring, e le forze Alleate, al comando di Harold Alexander: le prime cercavano di rallentare l’avanzata delle seconde, le quali, dopo aver superato la linea Gustav, cercavano di aprirsi la strada verso la valle del Po e quindi verso le regioni dell’Italia settentrionale.

Lo sfondamento definitivo della linea avvenne nella primavera del 1945, quando le armate alleate e le formazioni partigiane si riversarono nella pianura padana.

Linea Gustav – Prima linea fortificata difensiva approntata in Italia dall’organizzazione tedesca Todt durante la campagna d’Italia, a partire dall’ottobre 1943. Divideva in due la penisola italiana: a nord il territorio in mano alla Repubblica Sociale Italiana e alle truppe tedesche, a sud gli Alleati; si estendeva dalla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, fino a Ortona, comune costiero a sud di Pescara, passando per Cassino, nel frusinate, le Mainarde, gli altipiani maggiori d’Abruzzo e la Maiella. La sua funzione, che sfruttava il tratto più stretto della penisola italiana e gli ostacoli naturali costituiti dalle montagne appenniniche, era quello di ritardare l’avanzata degli Alleati e di tenerli impegnati affinché non potessero rinforzare la pressione sui fronti orientale e settentrionale. Lo sfondamento alleato avvenne il 18 maggio 1944.

Mercato nero – Mercato illegale e clandestino di prodotti resi irreperibili dal razionamento, detto anche Borsa nera. Alla scomparsa dal mercato ufficiale di molti prodotti razionati se ne vide la ricomparsa sul mercato clandestino a prezzi maggiorati, fissati arbitrariamente dai venditori, o borsaneristi. Il mercato nero ben presto si estende a tutti i settori, anche se l’ambito alimentare era certo il più attivo. Le autorità fasciste stabilirono forti sanzioni e punizioni ma non riuscivano ad arginare il problema. I partigiani decisero di combattere il mercato nero ricorrendo alla requisizione di scorte di generi di prima necessità redistribuiti ai civili.

NSDAP (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei) – Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, il partito nazista.

ONB (Opera Nazionale Balilla)  Istituzione fascista a carattere parascolastico, fondata nel 1926 e sciolta nel 1937, quando per ordine di Mussolini essa confluì nella GIL (Gioventù italiana del littorio), alle dirette dipendenze del Partito Fascista. Suddivideva gli iscritti in:

Figli della Lupa: dai 6 agli 8 anni

Balilla: ragazzi dagli 8 ai 14 anni / Piccole italiane: ragazze dagli 8 ai 14

Avanguardisti: ragazzi dagli 14 ai 18 / Giovani Italiane: ragazze dai 14 ai 18. 

Oscuramento – ordine di evitare l’illuminazione notturna dei centri abitati allo scopo di evitare di essere facile bersaglio per i bombardieri. Oltre all’oscuramento della pubblica illuminazione veniva richiesta che nelle case si rivestissero con tessuto scuro le finestre per evitare ogni fonte di luce esterna. Veniva inoltre imposto un orario di chiusura anticipata di locali pubblici (caffè, ritrovi, cinema e teatri), nelle ore del coprifuoco.

OT (Organizzazione Todt) – Fu una grande impresa di costruzioni che operò, dapprima nella Germania nazista, e poi in tutti i paesi occupati dalla Wehrmacht impiegando il lavoro coatto di più di 1.500.000 uomini e ragazzi. L’organizzazione operò in stretta sinergia con gli alti comandi militari durante tutta la Seconda guerra mondiale e il principale ruolo dell’impresa era la costruzione di strade, ponti e altre opere di comunicazione, vitali per le armate tedesche per le linee di approvvigionamento e le opere difensive: la Linea Sigfrido, il Vallo Atlantico e la Linea Gustav sono solo alcuni esempi delle opere realizzate dall’Organizzazione Todt. A fronte di un esiguo numero di ingegneri e tecnici specializzati, gran parte del “lavoro pesante” era realizzato da un’enorme massa di operai (più di 1.500.000 nel 1944), molti dei quali prigionieri di guerra. Molti giovani italiani si arruolano nella “Todt”, ottenendo così l’esonero dalla chiamata alle armi nella RSI.

Pippo – Nomignolo attribuito dalla popolazione italiana agli aerei utilizzati dagli Alleati per sorvolare e spesso bombardare i centri abitati e infrastrutture. La sua presenza divenne nel tempo famigliare, anche se le sue azioni portavano spesso danni e morti. Gli Alleati idearono infatti delle speciali missioni Night Intruder, durante le quali un certo numero di velivoli erano inviati singolarmente oltre le linee nemiche a colpire obiettivi specifici, come scali merci ferroviari, radar, aeroporti, ponti, attraversamenti fluviali, o bersagli d’opportunità, cioè luci localizzate sul terreno sottostante. 

Ponte Bailey – Brevettato negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, fu uno strumento di ingegneria meccanica di eccezionale importanza. Venne usato dalle forze inglesi durante le operazioni militari della campagna di Italia (basti pensare che ne furono montati complessivamente 2494 e che in Romagna, solamente nel mese del novembre 1944, ne furono costruiti 23, smontati dopo poche settimane e rimontati altrove). Era composto di moduli in metallo e legno e poteva essere montato in poche ore da squadre di operai senza mezzi meccanici. Per la resistenza degli elementi, l’indeformabilità delle travi in larice, la rapidità del montaggio, è uno strumento indispensabile per ponti provvisori o d’emergenza e viene usato ancora oggi anche dal Genio Civile e Militare e dalle Ferrovie delle Stato.

Proclama AlexanderDocumento con il quale, il 13 novembre 1944, il Generale Alexander, comandante delle forze alleate, preso atto delle difficoltà create dalle incessanti piogge, ordinava il cessare delle azioni di guerra condotte contro i nazifascismi, fino alla successiva primavera. L’invito era rivolto anche alle forze della Resistenza. Esso creò notevoli difficoltà ai partigiani presenti nella provincia di Ravenna che, di fatto, lo disattesero impegnandosi nella battaglia per a Liberazione di Ravenna, avvenuta il 4 dicembre 1944.

Radio Bionda e Radio ZellaNomi in codice delle radio ricetrasmittenti utilizzate dai partigiani romagnoli per tenere i contatti con gli alleati. Radio Zella trasmetteva dalle colline mentre Radio Bionda effettuava trasmissioni dalla base dell’Isola degli Spinaroni ed era alimentata dalle pedalate date ad una bicicletta priva della ruota anteriore. Il segnale di riconoscimento del comando era la frase: “Clara attende sempre”.

Rappresaglia – Modo violento e feroce con il quale i nazifascisti intervenivano sulla popolazione per reprimere la guerriglia partigiana. Secondo quanto ordinato da Kesserling, esse avrebbero dovuto riguardare liste di uomini preparate in precedenza; in realtà le rappresaglie, spesso rispondenti al criterio di “Dieci Italiani per un Tedesco”, videro l’uccisone indiscriminata anche di donne, vecchi e bambini.

Rastrellamento Operazione militare di accerchiamento effettuata in città e in montagna allo scopo di arrestare i combattenti nelle fila delle organizzazioni partigiane. In molte di queste azioni, condotte da forze armate nazifasciste, non solo venivano arrestate persone che non facevano parte del movimento partigiano ma venivano anche perpetrate azioni a danno della popolazione civile inerme come saccheggi, incendi, ecc.

Razionamento – Assegnazione a ciascun cittadino di una razione fissa di generi alimentari o di uso quotidiano (come il sapone), allo scopo di disciplinarne i consumi secondo le necessità locali, determinate ad esempio dal numero dei cittadini residenti in ogni Comune. Le quantità di prodotti a cui si aveva diritto dipendevano dalla categoria di appartenenza (bambini, malati, lavoratori dell’industria, ecc.) secondo le varie esigenze. Il sistema suscitava numerose proteste per il mancato rispetto degli standard minimi previsti, continuamente ribassati durante gli anni di guerra.

Resistenza  insieme di movimenti di lotta popolare, politica e militare che si determinò durante la Seconda guerra mondiale nelle zone occupate dagli eserciti tedeschi e italiani, che ebbe caratteristiche diverse a seconda dei Paesi. In Italia fu un movimento di liberazione dall’invasore nazista e contemporaneamente una lotta interna al paese contro l’RSI (Repubblica Sociale Italiana) che collaborava con l’esercito occupante, assumendo la connotazione di una vera e propria guerra civile. Formatasi inizialmente da bande sorte spontaneamente, si trasformarono ben presto in distaccamenti, brigate, divisioni, con CLN come organismi di direzione politica.

Rifugio – Locale pubblico o privato nel quale i civili sorpresi da un allarme aereo potevano trovare riparo. Di solito venivano ricavati da scantinati o locali sotterranei di edifici pubblici, oppure si scavavano delle specie di trincee in luoghi aperti, dove sacchi di sabbia spesso offrivano un riparo da schegge e frammenti di bombe. Nelle campagne, anche larghe buche mimetizzate con vegetazione o ampi fossi potevano essere usati come rifugio.

RSI (Repubblica Sociale Italiana) – Nota anche come “Repubblica di Salò”, è la denominazione assunta dal governo fascista instaurato nel territorio italiano occupato dai nazisti. Fu fondata da Mussolini il 23 settembre 1943 nei territori dell’Italia settentrionale. Servì di pretesto ai nazisti per controllare il territorio italiano non occupato dagli Alleati. Come Stato fu riconosciuto solamente dalla Germania nazista (che ne aveva voluto la costituzione), Giappone, Ungheria, Repubblica di San Marino e Svizzera. La RSI venne guidata dalla sua creazione fino alla dissoluzione da Benito Mussolini.

Sabotaggio – Attacchi effettuati dai partigiani con tecniche di guerriglia per ridurre il potenziale bellico del nemico. Venivano colpiti di preferenza industrie di produzione armi, vie di comunicazione stradali e ferroviarie, linee telefoniche e telegrafiche ecc., allo scopo di rendere più difficile la gestione del territorio da parte degli occupanti.

SAP (Squadra d’Azione Patriottica) – Costituite a partire dall’estate 1944 come formazioni di circa 15-20 uomini ciascuna, le SAP nascono per allargare la partecipazione popolare alla lotta e svolgono inizialmente azioni di sabotaggio, fiancheggiando GAP e brigate partigiane. Nel modenese, dopo alcuni mesi di attività, anche le SAP sono in grado di svolgere azioni sempre più rischiose, al punto che spesso non è possibile distinguerle, sul piano operativo, dai GAP. Nella primavera del 1945 le due strutture vengono unificate nelle brigate partigiane della pianura.

SS (Schutz-Staffel) – Letteralmente “sezione di sicurezza”, furono un’unità paramilitare d’élite del partito nazista. Vennero formate reclutando appartenenti delle SA (Sturmabteilung – sezioni d’assalto paramilitari) nel 1925 per essere la guardia personale di Adolf Hitler e per sorvegliare i raduni del NSDAP. Il 6 gennaio 1929 Hitler nominò Heinrich Himmler come capo delle SS.

Prima del 1932 le SS vestivano la stessa uniforme delle SA, ad eccezione di una cravatta nera e di un berretto nero con un simbolo a forma di teschio (Totenkopf, testa di morto). Successivamente adottarono un’uniforme nera e, appena prima della guerra, una grigia. La popolazione tedesca ammirava la disciplina delle SS, specialmente se paragonate alle SA che talvolta si abbandonavano ad atti casuali di violenza. Il sistema dei gradi delle SS era unico, in quanto non copiava i termini usati nella Wehrmacht. Al momento dell’inizio della seconda guerra mondiale il numero dei membri salì a 250.000 e le Waffen-SS (SS combattenti) vennero formate nel dicembre 1940 per combattere a fianco della Wehrmacht, l’esercito regolare tedesco. Le SS ricevettero, nel 1936, anche il controllo della Gestapo. 

In Italia si formano le SS italiane, che raccolgono fascisti fanatici comandati da ufficiali tedeschi, spesso protagonisti di rastrellamenti contro le formazioni partigiane.

Sirena d’allarme – Segnale sonoro particolarmente acuto che veniva emesso da apposite sirene collocate sugli edifici pubblici. La sirena entrava in funzione prima delle incursioni aeree dando il segnale di pericolo. Al suono della sirena i civili cercavano di raccogliere le poche cose utili, di riunire i familiari e di recarsi in fretta nei rifugi.

Staffette Persone che avevano l’incarico di portare notizie da una zona all’altra senza dare nell’occhio. In Romagna erano soprattutto giovani donne che si spostavano generalmente in bicicletta nascondendo con astuzia messaggi, armi, munizioni, cibarie o stampa clandestina.

Stampa clandestina – Giornali e volantini stampati e distribuiti clandestinamente ai vari gruppi partigiani dalle staffette. Nella provincia di Ravenna fu possibile continuare a stampare il giornale “L’Unità” grazie alla presenza di una pedalina a stampa nascosta nelle campagne di Conselice.

Tessera annonaria Documento personale che definiva la quantità di merci e di generi alimentari razionati acquistabili in un determinato lasso di tempo. Subito ribattezzata dalla popolazione “tessera della fame”, era il pagamento delle risorse alimentari del paese, che lo stato aveva confiscato, distribuendole in piccole porzioni.

In Italia venne reintrodotta con decreto ministeriale a partire dal 1940 e veniva rilasciata dal comune, nominativa e bimestrale; permetteva in date prestabilite di recarsi da un fornitore abituale per la prenotazione, dapprima solo di generi alimentari, in seguito anche di altri beni come, ad esempio, il vestiario. Il negoziante staccava la cedola di prenotazione apponendo la propria firma e, in una o due date prestabilite, si poteva prelevare la merce prenotata. Le date di prenotazione e ritiro dei generi alimentari venivano annunciate tramite manifesti e trafiletti sui giornali che si susseguivano a ritmi paradossali. Sulla tessera vi erano dei bollini rappresentanti il totale consumo mensile di pasta, olio e zucchero. Il pane invece era distribuito giornalmente, non più di 500 gr all’inizio della guerra, per poi arrivare a circa 100 gr.

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